La propaganda del regime fascista esaltava gli ideali della forza, del coraggio e del patriotismo. I discorsi di Mussolini dominavano il popolo con una dialettica autoritaria attraverso ogni mezzo di comunicazione tra cui il cinema, la letteratura e la pittura.
Il controllo assoluto del Fascismo sui mezzi di comunicazione ebbe come conseguenza sul piano culturale l’asservimento delle arti che permise di rafforzare le ideologie fasciste.
In questo clima nacque un movimento artistico chiamato Novecento con artisti riuniti intorno a Margherita Sarfatti (1880-1961). Il loro lunguaggio consisteva nell’esprimere le ideologie del Fascismo e soprattutto la figura del Duce, come per esempio l’opera di Gerardo Dottori, Il Duce. Le opere di questi artisti sono caratterizzate da un ritorno al passato e come soggetto principale l’evocazione dell’Antichità, e da tematiche più sentimentali come la maternità, la famiglia e il sacro.
Nel 1923 gli artisti del movimento Novecento esposera nella galleria Pesaro a Milano, una galleria inaugurata da Mussolini.
Nel 1930 il movimento Novecento è definito come arte ufficiale del Fascismo, un’arte che doveva essere basata sul mestiere e la tradizione e che doveva essere capita dal popolo.