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Antonio Tabucchi, Notturno indiano (1984)

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Antonio Tabucchi (1943-2012)

Nato a Pisa nel 1943, Antonio Tabucchi è un rappresentante della narrativa italiana del Novecento. Ha tradotto e curato in Italia l’opera del grande scrittore portoghese Fernando Pessoa (1888-1935). E’ stato anche docente di lingua e letteratura portoghese all’università di Siena.

Antonio Tabucchi è noto per la sua narrativa particolare. « Un intreccio di richiami letterari, di citazioni, di spunti tratti dalla realtà e dagli autori più lontani. » Ecco come viene definito da Giulio Ferroni nella sua Storia della letteratura italiana.

Nell’opera di Tabucchi il Portogallo non è mai lontano. Appassionato di letteratura portoghese, lo spirito di Fernando Pessoa appare quasi come un’ossessione nei suoi libri.

Nel 1975 pubblica il suo primo romanzo intitolato Piazza d’Italia che lo fa entrare nella « famiglia » della letteratura moderna italiana.

Il suo primo romanzo di successo, lo pubblica nel 1984 e s’intitola Notturno Indiano che il regista francese Alain Corneau (1943-2010) adatta per il cinema qualche anno dopo.

Nei suoi romanzi, o nei suoi racconti, spesso i personaggi si cercano, tentando alcune volte di cambiare vita. Molto spesso provano disgusto di fronte all’ingiustizia o ad ogni forma di dittatura.

Tra le sue opere possiamo citare : Il gioco del rovescio (1981), Piccoli equivoci senza importanza (1984), Il filo dell’orzzonte (1986), L’angelo nero (1991), Sostiene Pereira (1994) … senza dimenticare Gli ultimi tre giorni di Fernando Pessoa (1994) o ancora Viaggi e altri viaggi (2010).  

Antonio Tabucchi muore a Lisbona nel 2012.

Notturno Indiano, Antonio Tabucchi

Notturno Indiano è una vera curiosità. E’ a metà strada tra la guida turistica e il romanzo. Può anche essere considerato come una novella, un racconto fantastico, per la sua atmosfera quasi magica, o ancora un giallo con la nozione di indagine e la presenza del protagonista investigatore. Il protagonista (lo narrante) cerca un amico sparito (Xavier) e si reca in India per ritrovarlo.

Si tratta di un racconto surreale e « realisticamente magico », un racconto filosofico sul doppio. In Notturno Indiano, l’autore permette anche di interrogarsi sui sentimenti umani tramite una narrativa di rara intensità.

Molti luoghi « aperti » dell’India costituiscono lo scenario del libro, e quelli « chiusi » partecipano all’aspetto realistico del libro : alberghi, ospedali, luoghi turistici e anche mezzi di trasporto.

Tutto viene descritto delicatamente da alcuni personaggi, oppure attraverso tutto quello che l’India può offrire ad un turista straniero : rumori, odori, sapori… una specie di sinestesia che appartiene al narratore.

La descrizione del narratore si fa solo attraverso quello che dice o attraverso la descrizione del suo doppio. Perciò, talvolta, viene percepito tale un’ombra, un fantasma.

Rassomiglia all’autore : deve essere italiano, colto, e parla portoghese.

I personaggi che incontra durante il suo viaggio sono descritti fisicamente e appaiono come dei simboli dell’India propri ad ogni tappa dell’indagine.  

In realtà, con Notturno Indiano, Antonio Tabucchi ci offre un’indagine interna : il protaganista sembra cercarsi, sembra subire una crisi identitaria.

Tabucchi ha affermato a proposito del suo libro : « In questo Notturno si cerca un’ombra. »

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