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Leonardo Sciascia, Il giorno della civetta (1960)

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Leonardo Sciascia (1921-1989)

L’opera di Leonardo Sciascia traduce un realismo critico della società italiana e ne offre un’analsi inquietante.

Leonardo Sciascia nasce a Racalmuto, in provincia di Agrigento nel 1921, da una famiglia della piccola borghesia siciliana. Nel 1941 ottiene il diploma di maestro elementare e nel 1949 cominicia a insegnare nella scuola elementare.

Alla fine degli anni Quaranta, e durante gli anni Cinquanta, scrive testi critici e pubblica le sue prime opere come Le favole della dittatura (1950).

Sciascia è allora noto per il suo forte interesse per la realtà politica e sociale.

Nel 1956 pubblica Le parrocchie di Ragalpetro che suscita l’interesse nazionale, e sembra collegarsi direttamente al neorealismo e alla letteratura meridionalistica, ma conosce veramente il successo nel 1961 con Il giorno della civetta. Con questo romanzo impone all’attenzione dell’opinione pubblica nazionale il problema della mafia.

Dagli anni Sessanta, Sciascia è considerato, grazie alle sue opere e ai suoi interventi critici, come uno dei più famosi intellettuali italiani.

La maggior parte della sua opera è ambientata in Sicilia. Dal 1971, data della pubblicazione di Il contesto, Sciascia suscita sempre più polemiche. Diventa quasi un figura controcorrente dal modo in cui contesta le convenzioni della realtà sociale.

Sciascia è l’autore di un’opera vasta con testi spesso brevi fra cui possiamo citare i romanzi Il consiglio d’Egitto (1963), A ciascuno il suo (1966), Una storia semplice (1989) … e raccolte di novelle come Gli zii di Sicilia (1958) o Racconti siciliani (1966)…

Sciascia fu anche poeta e saggista.

Il giorno della civetta, Leornardo Sciascia

Il giorno della civetta, pubblicato nel 1961, è di sicuro il romanzo più famoso dell’autore siciliano. Si tratta di un romanzo che mette in scena il problema della mafia siciliana che era prima un soggetto, o una curiosità marginale nel mondo letterario.

Il giorno della civetta permette a Sciascia di mettere a nudo la realtà dei giochi del potere, dei delitti di mafia.

Il romanzo trae spunto dall’assassinio del sindacalista comunista Miraglia, avvenuto nel 1947. Appare come un’inchiesta sulla realtà siciliana nei confronti della mafia. L’autore usa la struttura di un giallo con gli omicidi, le vittime, l’indagine, l’investigatore (capitano dei carabinieri venuto dal Nord) e il colpevole/ i colpevoli.

Il capitano rappresenta la ricerca della verità, ma soprattutto la ricerca della giustizia le cui tracce sono cancellate da un potere corrotto.

La Sicilia, in questo romanzo, è simile a un paese pieno di pericoli e permette l’identificazione con tutta l’Italia dell’epoca.

Il titolo (con la presenza dell’animale) si riferisce ad un passo dell’Enrico VI di Shakespeare : « Come la civetta/quando di giorno compare » per sottolineare il carattere segreto e notturno delle azioni della mafia (come la civetta), ma pure capace oggi di farsi vedere e di agire di giorno.

Anche se rassomiglia molto ad un giallo, il romanzo è innanzitutto un romanzo di denuncia ; Sciascia denuncia un clima di violenza organizzato dalla mafia, la corruzione dei politici che cercano di trarre profitto da questo clima, e l’omertà del popolo siciliano che favorisce tali azioni.

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