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Mare Nostrum

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L’arte in Sicillia

Sin dalla preistoria, la Sicilia è sempre stata un’isola invidiata. Ogni epoca ha lasciato tracce della sua civiltà.

L’arte greca : la Sicilia ricorda un passato greco ricco di siti eccezionali in certe città come Siracusa o Agrigento.

L’arte Romana : poche opere d’arte romana rimangono in Sicilia eccetto l’anfiteatro di Siracusa, il teatro di Taormina e quello di Catania.

L’arte cristiana e bizantina : con per esempio le catacombe di Siracusa (II e IVs) con tracce di decorazioni pittoriche, e con templi trasformati in chiese (esempio il Tempio di Atena a Siracusa.)

L’arte araba : la Sicilia fu conquistata dagli arabi che introdussero nell’isola nuovi metodi di costruzione e di decorazione.

L’arte normanna : i Normanni trasformarono gli edifici arabi (palazzi, moschee, fontane e giardini.)

Questa coesistenza degli stili arabo, bizantino e normanno ha dato vita in Sicilia ad un’arte eclettica con poi l’arte gotica (gotico nordico importato dalla Francia), l’arte rinascimentale e l’arte barocca.

Ulisse nella letteratura italiana

Ulisse, personaggio dell’Odissea ha molto influenzato la letteratura diventando un mito letterario.

Ulisse è diventato il simbolo dell’essere umano con i suoi difetti e le sue qualità, ma soprattutto la figura del viaggiatore per eccellenza.

Nella Divina Commedia, Ulisse si ritrova in Inferno. Questa scelta di Dante (1265-1321) è dovuta in parte alla sete di sapere propria al personaggio mitologico e alla sua arroganza.  Dante definisce il viaggio dell’eroe come « folle » perché è andato contro la volontà divina. Ulisse appare quindi come contrario all’esempio dell’uomo cristiano sottomesso alla volontà di dio che pone limiti alla sua conoscenza.

Per il poeta Ugo Foscolo (1778-1827) e più particolarmente nel suo sonetto « A Zacinto », Ulisse appare come un personaggio adatto al tema romantico dell’esilio : l’esilio come allontanamento fisico dalla propria terra, ma anche allontanamento morale dalla società (dell’Ottocento) nella quale l’uomo non si riconosce più.

L’Ulisse di Gabriele d’Annunzio (1863-1938) simboleggia la crisi di valori del Decadentismo. In Maia, il poeta incontra Ulisse partito per l’ultima avventura e viene presentato come la figura perfetta del superuomo sempre capace di affrontare e di sfidare il mare da solo.

Infine, Umberto Saba (1883-1957) si serve del personaggio di Ulisse per rievocare la sua giovinezza e la sua maturità e paragona la sua esistenza a un viaggio.

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